Digital4Executive intervista Cinzia Galofaro, Education Manager di PRES Formazione.
Rivoluzione digitale e globalizzazione. Sono queste le due grandi opportunità che le imprese hanno oggi per spingere il business oltre le frontiere dei tradizionali scenari competitivi. Ma spesso, per mancanza di strumenti e conoscenze, queste opportunità si trasformano in vincoli, addirittura in ostacoli. Come affrontare il rapido evolversi delle tecnologie, non solo dal punto di vista tecnico ma anche culturale? Il primo pensiero va naturalmente alla formazione continua.
Ma in un’epoca in cui flessibilità, mobilità e on demand sono le nuove parole d’ordine, come cambia l’offerta formativa? Ce ne parla Cinzia Galofaro, Education Manager di PRES, system integrator e centro di formazione ufficiale Cisco, Oracle, Microsoft e IBM.
Come sono cambiate le esigenze delle aziende?
Il mondo manageriale si sta adeguando all’evoluzione digitale, prerogativa che prima apparteneva solo alle professionalità più tecniche.
Questo non accade solo nei settori che stanno sfruttando appieno la tecnologia per sviluppare il proprio business, come il Finance, le Telecomunicazioni o il Retail. La digitalizzazione impatta tutti i settori.
Cambiano inoltre i tempi della formazione: le organizzazioni richiedono sempre più spesso modalità di erogazione blended, ovvero che sappiano coniugare l’esperienza d’aula con attività formati ve da remoto: classi virtuali, e-learning, microlearning, gaming o anche video-pillole condivise su dispositivi mobili.
Ma la vera novità è che ci vengono richieste sempre più classi dedicate alla comunicazione, al problem solving e alla leadership, che sono materie trasversali a tutti i settori e a tutte le funzioni aziendali. Ecco perché accanto ai corsi Soft Skills e Business English on demand, ovvero costruiti su misura per ciascuna azienda, offriamo anche sessioni di formazione a calendario, ovvero pubbliche e interaziendali.
Con le nuove tecnologie evolve anche la modalità di erogazione dei corsi?
Assolutamente sì. Non si può più parlare di lezione frontale, un modello ormai superato, ma di un rapporto bidirezionale e interattivo tra docente e discente.
I corsi comportamentali e di Business English ad esempio hanno un netto taglio pratico. Il coinvolgimento e la partecipazione attiva del discente ne sono il cuore pulsante. Anche i corsi tecnici, che utilizzano i laboratori ufficiali dei vendor, si trasformano. Sono accessibili anche da remoto, attraverso le virtual classroom. Si può seguire lo stesso corso in aula, a Milano, Torino o Roma, oppure dal proprio ufficio o da casa, interagendo in tempo reale con il docente e con gli altri discenti.
Questo implica un grosso sforzo di trasformazione anche da parte vostra…
Abbiamo effettuato importanti investimenti tecnologici per predisporre le aule con infrastrutture d’avanguardia, che assicurino la miglior user experience, anche da remoto.
I docenti hanno dovuto sviluppare un nuovo approccio alla classe: ovviamente una cosa è avere di fronte a sé una platea fisica, con la quale è possibile interagire anche nei momenti di pausa e relax, altra cosa è gestire una classe con partecipanti connessi da remoto.
Non si tratta infatti di e-learning, che è una modalità di erogazione monodirezionale e asincrona. La virtual classroom prevede l’ascolto e l’interazione con tutti i partecipanti, con uno sforzo di attenzione e visione da parte del docente completamente diverso.
Quali sono i vostri corsi di Business English più richiesti?
I nostri best-seller sono English Public Speaking, English for Meetings e PRESentations Skills, essenziali per imparare a progettare, preparare ed esporre presentazioni aziendali destinate a un pubblico internazionale.
Riscuotono molto interesse anche temi quali Social English, Negotiating, Reports, a cui si aggiungono corsi più specifici, focalizzati per esempio sulle attività di Marketing, Sales e Legal.
C’è poi una parte molto innovativa dell’offerta, quella composta dai corsi comportamentali, sempre in inglese, come ad esempio Team Building. Non si tratta solo di definire e consolidare le conoscenze linguistiche in contesti specifici, ma soprattutto di potenziare le competenze e i comportamenti necessari ad affrontare con successo uno scenario in cui globalizzazione e nuove tecnologie sono all’ordine del giorno.
Quali sono i vostri corsi Soft Skills più richiesti?
Le aree più richieste sono quella della comunicazione (campo che spazia dai corsi di Public Speaking a quelli sui Feedback efficaci) e del cambiamento (come i percorsi formativi di Change Management e Change Agent). Notevole interesse riscuotono inoltre nuove aree, quali Gestione e superamento delle Resistenze, Intelligenza emotiva, Pensiero strategico e sistemico e Psicologia degli errori.
Perché cresce la domanda di corsi di Soft Skills?
Sempre più aziende ci chiedono di accompagnarle attraverso percorsi formativi Soft Skills, oltre che attraverso i corsi dei principali Vendor ICT, perché le competenze tecniche sono fondamentali, ma non sufficienti per raggiungere l’eccellenza. I corsi Soft Skills sono complementari a quelli tecnici, perché sono dei veri e propri potenziatori di performance, sia individuale che di team.
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