Hybrid working, perché ottimizza le performance aziendali

L’hybrid working sarà, con molta probabilità, la modalità di lavoro del nostro futuro. L’ufficio come lo abbiamo sempre concepito perderà i suoi confini fisici per trasformarsi in qualcosa con connotati più sfumati e il lavoro in azienda si alternerà con quello da remoto.

Remote working

Adottare lo smart working su vasta scala è stata una necessità per far fronte a un’emergenza, ma ha permesso a molte persone di sperimentare una nuova modalità di lavoro, con conseguenze sia positive che negative. Questa esperienza ha lasciato il segno. La riprova l’ha fornita una recente indagine di Morning Consult tra dipendenti di aziende che hanno lavorato a distanza durante la pandemia: terminata l’emergenza, l’87% vorrebbe continuare a proseguire con la stessa modalità di lavoro almeno un giorno alla settimana.

La maggioranza dei lavoratori, quindi, sente anche il bisogno di trascorrere del tempo in presenza con i propri colleghi. L’obiettivo sarebbe quindi di poter effettuare un hybrid working, che alterni smart working e lavoro in azienda.

Cosa significa hybrid working per l’azienda

Non si hanno ancora evidenze per poter valutare i vantaggi aziendali derivanti dall’hybrid working e quali benefici ciò possa comportare. Però, con tutta probabilità, se ben implementato e supportato, possiamo aspettarci che l’hybrid working potrà portare benefici sia per i dipendenti sia per le organizzazioni.

Per ottenere questo risultato servirà un periodo di assestamento per capire esattamente come gestire al meglio questa nuova modalità di lavoro. Innanzitutto, sia l’azienda che i lavoratori dovranno mettere in atto un cambiamento culturale per adeguarsi all’hybrid working. Infatti, questa modalità di lavoro non prevede lo svolgimento delle attività in funzione di una scansione temporale, ma operando per obiettivi. Assume quindi, importanza strategica il concetto di team.

A fronte di ciò, l’azienda dovrà rivedere gli spazi messi a disposizione dei dipendenti, riservando dei locali per le riunioni che necessitano di essere tenute in presenza e riservando dei locali per allestire postazioni di lavoro che saranno occupate da chi si reca in sede e che avrà con sé il proprio ufficio portatile. Dovrà essere, in pratica, riorganizzato il workplace, nell’ottica del digital-first. Questo, per alcune aziende, potrà anche significare una riduzione dei costi di proprietà e strutture.

Da lavoro emergenziale da remoto a digital workspace e smart working

Cosa significa hybrid working per il dipendente

Dal punto di vista del dipendente, lavorare secondo una logica di hybrid working vuol dire anzitutto essere cosciente che è parte di un team e che ogni persona in tale team ha lo stesso livello di importanza. Questo significa che eventuali problemi o ritardi di un singolo si riflettono sull’operatività e produttività di tutto il team. Si tratta di un aspetto importante perché quando si lavora da remoto si gestisce in autonomia il tempo e l’impegno deve essere commisurato all’obiettivo. Questo responsabilizza maggiormente il dipendente, il quale tende a essere più produttivo rispetto al lavoro in presenza.

Il fatto che non ci siano imposizioni in termini di orario può essere un grande vantaggio, ma può mettere in serie difficoltà chi non sa scindere il lavoro dalla vita privata, col rischio di arrivare al burnout. Un ruolo importante in questo senso lo giocano i manager che coordinano i team, i quali devono riuscire a far sentire sempre ogni componente parte integrante del team stesso. È importante mantenere una comunicazione costante con le persone quando lavorano da remoto, come altrettanto importante è che le persone si mantengano sempre in comunicazione tra loro.

L’importanza strategica della comunicazione

Le persone, quando lavorano in presenza, comunicano molto, spesso anche per motivi non inerenti al lavoro. Questo è comunque un modo per sentirsi parte di una comunità. Lo stesso deve avvenire quando lavorano da remoto: devono comunicare molto e tenersi aggiornati sui propri progressi. Oggi ci sono diversi strumenti che consentono non solo di comunicare (tramite voce e video) ma anche di condividere contenuti. A tutto beneficio dei dipendenti. Ma anche delle aziende.

Prima della pandemia, l’Institute for Corporate Productivity e il professor Rob Cross del Babson College hanno condotto un sondaggio su 1.100 aziende e hanno scoperto che le organizzazioni che avevano utilizzato alcuni dei più diffusi strumenti di comunicazione avevano riportato una riduzione media del 49% dei volumi di posta elettronica, un calo del 25% del numero di riunioni e un aumento del 32% della produttività. E, secondo quanto afferma la stessa indagine, i vantaggi di produttività consentiti dalle tecnologie di collaborazione possono essere ottenuti da organizzazioni di qualsiasi dimensione.

D’altra parte, il lavoro da remoto svolto per fronteggiare le contromisure imposte dal Covid-19 ha mostrato come si siano potuti creare team in linea con i principi del lavoro agile, interfunzionali e capaci di veloci processi decisionali. Questi team hanno permesso alle aziende di ottimizzare le performance per affrontare la pandemia con la giusta resilienza. Ora si tratta di mettere in atto un hybrid working che consenta alle organizzazioni anche nel “new normal” di ottenere i medesimi risultati, in termini di performance, raggiunti durante la pandemia.

 

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